“Mirko sarebbe vivo se la vicina in auto non avesse svoltato”
AZZANO DECIMO. I familiari di Mirko Mascherin, accompagnati dal dottor Luca Infanti, della Giesse Risarcimento Danni di Pordenone, che li ha seguiti nella dolorosa vicenda, hanno assistito al processo in cui la vicina di casa Annamaria Rizzetto è stata condannata a un anno di reclusione e alla sospensione per tre anni della patente per l’omicidio stradale del 41 enne azzanese.
«Per rispetto della sua memoria- ha affermato il padre di Mirko, Adriano- è giusto precisare che Mirko procedeva ad una velocità, così è stato rilevato, superiore al limite, ma non precisamente calcolabile in quanto il mezzo è stato spostato da estranei prima delle rilevazioni tecniche. Nulla sarebbe accaduto se non ci fosse stata la manovra messa in atto dalla signora Rizzetto. Mirko, infatti, ha perso il controllo della sua moto per la brusca frenata di emergenza che ha dovuto effettuare per l’imprevedibile comportamento dell’automobilista, la quale gli ha tagliato la strada».
«Il perito del pm – ha sottolineato la Giesse in una nota – ha accertato che la signora Rizzetto ha svoltato a sinistra, proveniente dalla strada regionale 251, “incurante della zebratura continua in mezzeria e delle strisce continue di margine della 251 e di via Trieste, che vietano tale manovra” e, che nell’attraversare il tratto finale di via Trieste “mancava di accertarsi che dalla stessa non stesse sopraggiungendo altro veicolo”».
«La segnaletica orizzontale e verticale era ben visibile a tutti – ha proseguito la Giesse- e, come il pm ha ribadito, a maggior ragione a conoscenza dell’imputata che abitava a pochissimi metri dal luogo dell’incidente».
«La perizia dell’ingegner Battistella – ha detto la moglie di Mirko, Laura – si conclude con una frase inequivocabile, ravvisando nella manovra negligente, imprudente e imperita attuata dalla conducente dell’autovettura il “prioritario nesso di causa” del sinistro». La vedova ha ricordato che l’imputata «non ci ha mai dimostrato nessun gesto di cordoglio».
Schianto mortale, risarcita la famiglia del motociclista
PORDENONE Aveva 41 anni Mirko Mascherin, il 41 enne di Villotta che il 13 settembre 2016 morì in seguito a un incidente stradale. Era in sella alla sua Ducati 748, quando in via Trieste, sulla strada regionale 251, ormai a poca distanza da casa, fu travolto da un’automobile condotta da Annamaria Rizzetto, 52 anni, di Azzano Decimo. L’automobilista, imputata di omicidio stradale, affronterà il processo in udienza preliminare. Ieri è stata ammessa al rito abbreviato che si discuterà il 13 settembre davanti al gup Eugenio Pergola.
La famiglia della vittima (era padre di due bambini), assistita da Giesse Risarcimento Danni di Pordenone, ha già ottenuto, nonostante fosse stato riconosciuto un concorso di colpa, un ristoro dei danni. Quel giorno Mascherin viaggiava sulla moto in direzione Portogruaro. Secondo il perito nominato dalla Procura, l’ingegner Luigi Battistella, l’auto avrebbe svoltato nonostante la presenza delle strisce continue.
Il motociclista, trovandosi all’improvviso l’auto che svoltava, aveva tentato di frenare, ma aveva perso il controllo della moto, finì a terra andando a sbattere contro la ruota e la fiancata posteriore dell’auto. Il perito aveva riscontrato che Mascherin viaggiava a una velocità superiore al limite consentito in quel tratto. Il suo concorso di causa era comunque minore rispetto alla manovra eseguita all’automobilista.
Laggi l’articolo anche sul sito IlFriuli.it