Pedone investito mentre attraversa la strada a Lecco: risarcimento
Il 28 febbraio 2022 un automobilista investe e uccide un pedone di quasi 70 anni che sta attraversando la strada a Dervio, in provincia di Como.
Come riportato nel giornale “La Provincia“, l’imputato ha patteggiato 11 mesi di reclusione al Tribunale di Udine.
I professionisti di Giesse Risarcimento Danni, a cui si sono affidati i familiari della vittima, stanno seguendo il risarcimento per investimento pedone a Lecco.Investimento mortale, patteggia 11 mesi per l’incidente sulla 72
Undici mesi di reclusione e sospensione della patente.
È quanto patteggiato questa mattina da Raffaele Palmieri, l’automobilista che il 28 febbraio dello scorso anno investì e uccise il derviese Matteo Manni, 69 anni, mentre transitava lungo la provinciale all’altezza di Corenno Plinio.
Il giudice per le indagini preliminari Salvatore Catalano ha accolto il patteggiamento, compresa la sospensione condizionale della pena. L’incidente lungo la strada provinciale 72.
Palmieri in quel momento era in auto, una Ford Ecosport, con la moglie e stava guidando verso Bellano.
Giunto all’intersezione con via IV Novembre si sarebbe accorto tardi che Matteo Manni, titolare insieme ai familiari del Campeggio Europa di via Marconi, stava attraversando la strada da sinistra a destra. I tentativi di soccorso con l’elicottero del 118 e i vigili del fuoco giunti sul posto, si erano rivelati inutili.
Secondo le ricostruzioni, Manni aveva raggiunto Corenno in auto e, dopo averla posteggiata nei pressi del nucleo storico, si stava apprestando a raggiungere un terreno di sua proprietà, situato a monte della strada provinciale 72, che in quel tratto assume la denominazione di via Badoglio.
«Un incidente al tempo stesso semplice e terribile» spiega Fernando Rosa, responsabile di Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime della strada che ha affiancato i parenti della vittima in questo procedimento.
«A seguito dell’investimento, Manni era rimasto incastrato sotto l’autovettura, venendo trascinato per diversi metri. All’arrivo dei soccorsi, purtroppo, non c’era più nulla da fare».
L’imputato, secondo la ricostruzione del pubblico ministero, procedeva ad almeno 65 chilometri orari in una strada con limite a 50. Mentre il pedone sarebbe diventato visibile a una distanza di circa 40 metri.
«Uno spazio – aggiunge lo stesso Rosa – che l’ingegner Pierangelo Adinolfi, consulente tecnico del pm, ha definito sufficiente per acccorgersi del pedone e arrestare l’auto ben prima della collisione, anche alla velocità di 55 chilometri orari.
L’automobilista ha reagito con eccessivo ritardo e l’ha investito. Come stabilisce l’articolo 191 del Codice della strada, nei casi come questo in cui non vi sono attraversamenti pedonali i conducenti devono consentire al pedone, che abbia già iniziato l’attraversamento, di raggiungere il lato opposto in condizioni di sicurezza».
L’articolo de “La Provincia”
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