Risarcimento pedone investito a Teramo

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Pedone investito a Teramo: risarcimento danni

Il 19 aprile 2022, a Teramo, un pedone viene investito e ucciso fuori da un locale. A distanza di quasi un anno dall’incidente, le indagini hanno portato alla luce un’altra verità.

Marco Monti, il 51enne che quella sera perse la vita, sarebbe stato spinto in strada da un uomo e, soltanto in un secondo momento, investito dall’auto.

I familiari della vittima si sono affidati a Gianni Di Marcoberardino, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Teramo.La famiglia: «Grande lavoro degli investigatori»«I familiari di Marco sono rimasti sorpresi da quello che è successo, anche se alla luce dei risvolti che noi conoscevamo, era da un mese, ormai, che ci aspettavamo qualcosa del genere».

A parlare nel giorno dell’arresto del presunto responsabile dell’omicidio di Marco Monti, l’imprenditore 51enne originario di Città Sant’Angelo, è Gianni Di Marcoberardino, titolare della Giesse di Montesilvano, la società di risarcimento danni alla quale si sono rivolti all’indomani del tragico evento i quattro fratelli, di cui una sorella, della vittima.

Quando il procedimento è partito con l’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio stradale dell’investitore, però, nulla faceva presagire che le cose sarebbero cambiate così drasticamente.

Dopo la morte, infatti, non c’era stata alcuna autopsia perché nell’immediatezza dei fatti era stata data per scontata la dinamica.

Ma già dopo qualche mese dall’evento è stato disposto un incidente probatorio sull’auto di Marco che quella sera del 19 aprile del 2022 era parcheggiata distante dal luogo dov’è stato investito.

La svolta per i familiari è arrivata circa un mese fa, quando la procura di Teramo ha disposto un altro accertamento irripetibile: la riesumazione del cadavere.

Un esame che ha stabilito in maniera chiara come è stato colpito dall’auto l’imprenditore, al quale è seguito un ulteriore accertamento cinetico proprio per confrontare la posizione del suo corpo al momento dell’impatto.

«Oggi siamo fiduciosi nel grande lavoro svolto fino a questo momento dalla procura di Teramo e la famiglia di Marco è davvero grata per quello fin qui fatto» ha aggiunto Di Marcoberardino.

Ed è sempre lui a confermare che «i familiari di Marco non conoscevano Pietro Mercurio (il gestore del night club Zeus di Silvi arrestato mercoledì notte per il presunto omicidio preterintenzionale), né sapevano nulla delle frequentazioni del loro fratello».

Che quell’uomo fosse indagato, loro, lo avevano scoperto da poco, in occasione della riesumazione del corpo. Ma adesso, quindi, bisognerà capire la posizione del conducente, che attualmente risulta pure lui ancora indagato per omicidio stradale.

«Dovremo aspettare la fine delle indagini per capire esattamente quale sia stato il suo ruolo» dice sempre Di Marcoberardino.

Monti era titolare della Emme Service, un’azienda di assistenza e riparazione di carrelli elevatori e macchine di sollevamento. Era molto conosciuto nel pescarese dove aveva diversi clienti.

Non era sposato, ma purtroppo a quanto pare proprio una probabile infatuazione per una ragazza contesa, gli è costata la via.

Articolo de “Il MessaggeroI familiari di Marco Monti: «Ora vogliamo la verit໫L’unica cosa che ci sentiamo di dire è che speriamo vivamente che la verità venga a galla».

A parlare a nome della famiglia è Daniele Monti, nipote di Marco Monti, il 51enne di Città Sant’Angelo morto un anno fa a Silvi, investito da un’automobile davanti allo Zeus.

Preferisce non aggiungere altro perché «ci sono ancora indagini in corso e tutta la nostra famiglia non vuole fare altre dichiarazioni». Quello che però è certo è che se inizialmente l’incidente era sembrato una tragica fatalità, nell’ultimo mese le cose sono cambiate.

La richiesta della riesumazione del cadavere aveva fatto presagire che si potesse arrivare a una svolta, come del resto è accaduto ieri mattina con la notizia dell’arresto del sessantenne Pietro Mercurio accusato di omicidio preterintenzionale per aver spinto Monti al termine di una colluttazione, sulla strada dove poi l’uomo è stato investito da una vettura.

La conferma arriva dall’avvocato Enzo Di Lodovico, incaricato dalla Giesse Risarcimento Danni, a cui la famiglia Monti si è rivolta.

«La notizia dell’arresto non ha colto di sorpresa i familiari della vittima, che avevano capito che qualcosa potesse succedere – spiega il legale – All’inizio nessuno sospettava che si trattasse di omicidio. I dubbi sono arrivati una ventina di giorni fa, dopo la richiesta fatta dal pm».

E prosegue: «I familiari fin dai primi momenti hanno provato a far luce su quanto accaduto quella notte, cercando testimonianze, ricostruzioni e immagini. Però che ci potesse essere qualcuno dietro la morte di Marco non lo sospettavano, almeno fino a 20 giorni fa».

Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Teramo, dietro la lite nata tra i due, ci sarebbe una donna che lavorava nel locale e della quale il 51enne era innamorato.

Su tale aspetto Di Lodovico si mantiene cauto: «Non sappiamo se i due si conoscessero o se si fossero incontrati in quella circostanza. Ci sono delle indagini in corso che serviranno per fare chiarezza su questo aspetto e sui tanti altri punti della vicenda, resa complicata anche dalla difficoltà nel reperire le informazioni.

Valuteremo con la famiglia se costituirci parte civile. Adesso è presto per dirlo. Intanto questo è un primo passo per arrivare alla verità».

Articolo de “Il Centro