Risarcimento milionario per caso di malasanità a Bolzano

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Giesse Risarcimento Danni ottiene risarcimento milionario per caso di malasanità a Bolzano.

La notizia del maxi risarcimento, ottenuto a seguito di un caso di malasanità a Bolzano, viene riportata sul quotidiano “Alto Adige“.

La famiglia della vittima si è affidata a Giesse Risarcimento Danni per chiarire le responsabilità di quanto accaduto e per farsi riconoscere un risarcimento consono alla grave perdita subita. La Corte d’Appello di Trento ha infatti condannato la casa di cura bolzanina a risarcire la famiglia con oltre un milione e 100mila euro.

Clinica privata altoatesina risarcirà un milione di euro

Al centro del caso il decesso di un’anziana paziente nel 2013. Avrebbe potuto essere salvata da un adeguato esame clinico in zona addominale.

Un esame clinico in zona addominale avrebbe potuto salvare la vita ad una anziana paziente bolzanina che fu dapprima sottoposta ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale di Bolzano (con esito positivo) e poi morì alcuni mesi dopo in una struttura di cura privata altoatesina in cui era stata ricoverata per una terapia riabilitativa.

Sarebbe stata sufficiente una maggiore accortezza riguardo la situazione clinica in essere per evitare il dramma. In realtà la paziente morì il 18 agosto 2013. Otto giorni prima era stata riportata d’urgenza all’ospedale San Maurizio per shock settico, perforazione intestinale, peritonite diffusa, diverticolite del colon.

I responsabili della struttura privata di cura erano già stati coinvolti in una prima causa per presunta responsabilità civile. La struttura è gestita da una società a responsabilità limitata (titolare di copertura assicurativa) che ora si è vista respingere l’appello incidentale proposto contro la prima sentenza.

È stata la sezione civile bolzanina della Corte d’Appello di Trento ad occuparsi del caso. In sostanza la sentenza ha confermato la condanna già disposta in primo grado ad un risarcimento a favore dei familiari della donna di un milione e 100mila euro.

La famiglia della vittima aveva deciso di avviare una causa civile affidandosi a “Giesse Risarcimento Danni”, un’agenzia specializzata che garantisce assistenza legale.

La vicenda giudiziaria (che comunque non è ancora conclusa) è stata decisa da una perizia del dottor Dario Raniero, dell’Università di Verona, secondo il quale l’alterazione dei parametri vitali «unitamente al riferito dolore addominale, avrebbero dovuto mettere in allarme il personale medico di guardia e porre indicazione allo svolgimento di più approfondite indagini».

In sostanza se l’anziana paziente fosse stata visitata all’addome prima di essere nuovamente ricoverata in ospedale, «i medici – secondo il perito – si sarebbero accorti dell’infiammazione in corso e l’avrebbero con tutta probabilità salvata. La percentuale di mortalità (si legge nella sentenza) sarebbe infatti scesa dal 60-80% al 20-30%».

Un altro punto affrontato dal giudice ha riguardato l’incompletezza della cartella clinica. La condotta medica ritenuta necessaria dal perito non sarebbe stata riportata nella cartella clinica, con la conseguenza che sarebbe poi risultato impossibile ipotizzare un corretto comportamento sanitario da parte di chi si era occupato del caso.

L’appello incidentale promosso dalle parti ha dunque portato alla conferma delle responsabilità già individuate con esclusione della “colpa grave”. Il risarcimento riconosciuto ai familiari della paziente deceduta ha comunque raggiunto il milione e 100mila euro.

Come accennato la vicenda giudiziaria sembra destinata a proseguire. La parte soccombente (che ha ottenuto la compensazione delle spese di giudizio) ha già annunciato che ricorrerà anche in Cassazione per l’ultima impugnazione possibile.

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