Infortunio sul lavoro a Tradate: risarcimento danni
L’8 maggio 2021 morì Marco Oldrati, 52enne operaio della provincia di Bergamo, precipitò da cinque metri di altezza mentre forava una trave in cemento armato.
Il giorno dell’infortunio sul lavoro, l’uomo stava maneggiando una carotatrice all’interno di un contenitore in rete metallica posizionato sulle forche di un sollevatore. Il contenitore non era adeguato e sicuro secondo gli inquirenti.
I familiari della vittima si sono affidati a Riccardo Rigonat, consulente Giesse per la zona di Bergamo.Morte in cantiere: patteggia
TRADATE. Un anno al preposto: scagionati gli altri imputatiHa patteggiato davanti al gup del Tribunale di Varese il capocantiere di una delle imprese che stavano eseguendo i lavori di riqualificazione del centro commerciale La Fornace, dove l’8 maggio 2021 morì Marco Oldrati, 52enne operaio della provincia di Bergamo, precipitato da cinque metri d’altezza mentre stava effettuando dei fori su una trave in cemento armato sulla facciata del lato est dell’edificio.
Gli altri sei imputati – i legali rappresentanti delle ditte (tutte bergamasche) impegnate nel cantiere, accusati di omicidio colposo perchè non avrebbero rispettato le norme in materia di sicurezza sul lavoro, e un collega della vittima, imputato di favoreggiamento perchè avrebbe mentito ai carabinieri allo scopo di aiutare il suo datore di lavoro- hanno invece affrontato l’udienza preliminare.
E per loro il giudice Anna Giorgetti ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere, respingendo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura della Repubblica.
Al preposto – difeso dall’avvocato Fabrizio Sardella – è stata applicata, d’accordo con il pm, la pena di un anno di reclusione, con la sospensione condizionale.
La sorella dell’operaio si era costituita parte civile con lo studio Giesse “Prendiamo atto dell’esito del procedimento penale, continueremo comunque ad assistere i familiari di Marco Oldrati e intraprenderemo tutte le azioni necessarie, compresa un’eventuale azione civile, fino ad ottenere per essi il giusto e dovuto risarcimento, ha commentato al termine dell’udienza Riccardo Rigonat, consulente per la zona di Bergamo.
Il giorno della tragedia Oldrati stava maneggiando una carotatrice a 5 metri dal suolo, operazione che – spiega la nota di Giesse – esegue all’interno di un contenitore in rete metallica posizionato sulle forche di un sollevatore. Contenitore che cede e cade a terra con lui dentro. L’impatto è violentissimo e l’operaio muore sul colpo.
Lo strumento viene ritenuto non adeguato e non sicuro dagli inquirenti. Le operazioni di “carotaggio”, infatti, per l’accusa avrebbero dovuto essere eseguite utilizzando “ponteggi o ponti su cavalletti”. Da qui l’accusa ai responsabili delle ditte e al capocantiere, l’unico che alla fine ha pagato per la morte di Oldrati.
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