Risarcimento milionario per incidente stradale mortale sul Grappa

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Giesse Risarcimento Danni segue il processo su incidente stradale mortale a Cima Grappa. 

La richiesta di rinvio a giudizio, depositata dal pm nei confronti del motociclista che provocò l’incidente mortale a Cima Grappa, uccidendo un uomo e sua figlia, viene riportata da “Il giornale di Vicenza“.

Giesse Risarcimento Danni – gruppo specializzato in incidenti stradali mortali – è già riuscito ad ottenere un risarcimento milionario per i familiari delle vittime. Si attende ora la decisione del giudice in merito alla richiesta di rinvio a giudizio.

Morti padre e figlioletta: risarcimento milionario

Le vittime avevano 47 e 11 anni e abitavano a Molina di Malo. È stato chiesto il processo per il motociclista che provocò l’incidente

Un sorpasso azzardato. Sarebbe quello compiuto, il primo giugno di due anni fa, da Gianluca Negrin, 46 anni, di Pozzoleone, secondo la procura. Il pubblico ministero Carunchio ha chiesto il suo rinvio a giudizio e nei giorni prossimi il motociclista dovrà presentarsi in udienza preliminare.

È accusato di duplice omicidio stradale: avrebbe infatti provocato, con la sua Kawasaki, con la quale saliva da Romano verso Cima Grappa, lungo la Cadorna, il terribile schianto in cui morirono Filippo Bonin, 47 anni, e sua figlia Gloria, di 11 anni, di Molina di Malo.

La moglie e mamma, Roberta, e l’altro figlio Morgan, insieme al resto della famiglia, hanno ottenuto un risarcimento milionario. Per questo, assistititi dall’avv. Pierpaolo Simonetto e da Giesse risarcimento danni di Rosà, non si costituiranno parte civile in aula.

La tragedia avvenne nel pomeriggio. Padre e figlia avevano raggiunto il Grappa per una gita in moto, su una Bmw, e stavano scendendo. L’impatto avvenne in località Costalunga, all’altezza del quarto tornante: stando a quanto ricostruito dalla procura, sulla scorta dei rilievi dei carabinieri e di una consulenza sulla dinamica compiuta dall’ingegner Sartori, le vittime stavano scendendo lungo la loro corsia di marcia; Negrin, invece, stava salendo verso la cima e in quel frangente avrebbe superato il furgone Peugeot guidato da Thomas Berini.

Per il sorpasso, avrebbe invaso la corsia opposta in un tratto in cui non c’era ampia visuale; Bonin, per evitarlo, frenò bruscamente ma finì per perdere il controllo e per andare a sbattere contro la Kawasaki.

L’impatto fu devastante; padre e figlia morirono sul colpo. Vani i disperati tentativi di salvare loro la vita da parte di una coppia di medici che era in transito e poi anche del Suem. Negrin, sotto choc, rimase fortunatamente illeso; i carabinieri gli ritirarono la patente.

Dagli accertamenti è emerso che nessuno dei due motociclisti viaggiava a velocità particolarmente sostenuta (fra i 40 e i 55 chilometri orari, dove il limite è dei 90); in seguito all’urto, la ragazzina perse il casco, regolarmente allacciato, che volò almeno ad una decina di metri di distanza dal luogo dello scontro.

In un primo momento Negrin si difese spiegando di essersi affiancato, nella sua parte posteriore, al furgone, per vedere se stava arrivando qualcuno in direzione opposta; e di essere stato centrato dalla Bmw in discesa.

Secondo il consulente, però, l’impatto fra i due veicoli sarebbe avvenuto nella corsia della Bmw, ed è per questa ragione che la procura contesta a Negrin – che risultò negativo all’alcoltest – l’omicidio stradale plurimo. Un’accusa dalla quale potrà difendersi in aula, per far valere la sua versione dei fatti. Il dramma sconvolse due comunità: quella di Molina e poi Lampertico di Thiene, dove Gloria andava a scuola.

Era stato il papà, un paio d’anni prima, a coinvolgerla nella sua passione per la moto; per lei era una gioia programmare una gita sulle due ruote, che quel giorno purtroppo le risultò fatale.

Articolo de “Il Giornale di Vicenza