Maxi risarcimento danni incidente stradale Vicenza

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IL DRAMMA. Un vicentino di 48 anni è rimasto tetraplegico e riesce a comunicare con il computer

Invalido dopo l’incidente. Risarcito con 5 milioni

La Corte d’Appello ha deciso di aumentare l’importo complessivo per l’ex dipendente di un albergo che ha subito gravissimi traumi in un urto stradale

 

Dopo quell’incidente stradale, la sua vita è cambiata radicalmente. Aveva 36 anni e da allora è su una sedia a rotelle, e per comunicare utilizza una tabella fonetica. Oggi Massimo ha 49 anni e ha finalmente ottenuto ragione nelle aule del tribunale. Dopo che 9 anni fa quello civile di Vicenza gli aveva riconosciuto una cifra vicina ai 3 milioni di euro, “la Corte d’Appello di Venezia ha accolto il ricorso dei suoi fratelli e la quarta sezione, presieduta da Callegarin, ha disposto un risarcimento complessivo non lontano dai 5 milioni di euro.

Una somma che potrà consentirgli di avere una vita dignitosa, pur con tutte le limitazioni che la sua condizione gli impone. Massimo era stato vittima di un terribile incidente. I traumi subiti avevano causato – caso rarissimo in letteratura – l’insorgere di una gravissima sindrome perla quale è invalido quasi al cento percento. La compagnia assicurativa della controparte, che aveva causato l’urto, gli aveva offerto meno di un milione di euro ma lui ha bisogno di 20 mila euro al mese per le cure necessarie per vivere.

Con gli avv. Marco Bona e Cristiana Actis Dato, per conto della compagnia Giesse risarcimento danni (che si occupa di vittime di incidenti con gravi lesioni, che ha sempre seguito il vicentino), ha convinto la Corte che ha condannato l’assicurazione Zurich, in solido con la Meccauto (ora Fimauto) e con Maurizio Mancini, a pagargli altri 712 mila euro, oltre a tutti gli interessi e alle spese. Con quanto già ottenuto, anche dall’Inail, circa 5 milioni. Una cifra superiore al massimale.

«A me quei soldi servono per vivere – aveva scritto -. Sono sereno, nonostante tutto». La compagnia assicuratrice dovrà poi manlevare la società e il conducente dalle somme a loro carico.

Se il corpo è per lui una gabbia, la mente è lucida e vivace. Era il 4 maggio 2006 quando Massimo; tornando a casa dal lavoro come dipendente dell’hotel Sorgenti di Bolzano Vicentino, impattò con la sua Ford Fiesta lungo la statale Postumia, in città, contro la Bmw di Mancini di Cavazzale. Fu un urto devastante. Massimo si salvò ma subì traumi tali da far insorgere la sindrome “locked-in”, che lo costringe da allora su una sedia a rotelle e a comunicare mediante il computer. Ha un’aspettativa di vita non lunga.

Per questo la sua vicenda oltre che umana è diventata giudiziaria: la Zurich avrebbe voluto che lui restasse in ospedale, dove i costi sono più contenuti, mentre lui ha sempre chiesto di stare a casa, in via Postumia. Ma le cure costano tantissimo, circa 20 mila euro al mese. Se le responsabilità dell’incidente sono evidenti, essendo stata piena la colpa del conducente della macchina investitrice assicurata da Zurich, il contenzioso, avviato nel 2008, era sull’entità del risarcimento. I giudici hanno condannato l’assicurazione (assistita dall’avv. Lorenzo Locatelli), la proprietaria Meccauto, poi Fimauto (avv. Gherardo Ghirini e Luca Francetich), e Mancini (avv. Federico Casa, Fabio Sebastiano e Giovanni Ferasin).

Massimo ha bisogno di un operatore socio-sanitario che lo tuteli 24 ore al giorno, hanno argomentato i giudici nella sentenza; e le 12 ore che potevano essere offerte dall’Ulss non sono sufficienti. Anche perchè Massimo ha la necessità di una figura di riferimento che lo segua, purtroppo, in tutte le diverse esigenze quotidiane. Per quanto riguardale somme – tributate per ciascuna tipologia di danno – la Corte veneziana ha tenuto conto parzialmente anche delle tabelle risarcitorie del tribunale di Milano, oggi punto di riferimento su scala nazionale. «Ora posso vivere più sereno».

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