Incidente mortale a Belluno: chiesto il rinvio a giudizio

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Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Belluno. 

La richiesta di rinvio a giudizio del giovane che si schiantò con l’auto a Belluno, provocando la morte di Cristian Gabriele Palazzolo, viene riportata sui quotidiani “Il Gazzettino” e “Corriere delle Alpi“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in risarcimento a seguito di incidenti stradali mortali, assiste i familiari della vittima sia in ambito penale sia in quello civile.

«Airbag bloccati e dritti contro un albero»

Il consulente tecnico della Procura, l’ingegner Pierluigi Zamuner, ha parlato di «distrazione o colpo di sonno». Non ci sono altre spiegazioni per l’incidente in località La Rossa, a Belluno, che il primo settembre del 2019 sconvolse un’intera provincia.

Una Fiat 500 con a bordo 5 ragazzi uscì di strada all’improvviso, centrò un albero a lato della carreggiata e si arenò nel prato. Alla guida del mezzo Mattia Vascellari, di 26 anni, trovato con un tasso alcolico di 0,75 grammi per litro a 7 ore dall’incidente. Il giovane stava portando a casa la sorella Gaia, Cristian Gabriele Palazzolo (il 19enne che morì nell’impatto), Deborah De Col, di 17 anni, che dovette affrontare 28 operazioni e l’amputazione di una gamba, e Tommaso Mitrugno, di 24 anni.

Il pubblico ministero Simone Marcon, sulla base della consulenza tecnica, ha chiesto il rinvio a giudizio per Vascellari su cui il gup Scolozzi si esprimerà il 20 aprile. Le ipotesi di reato sono “omicidio stradale” e “lesioni stradali gravi”.

Ad assistere i familiari di Cristian Palazzolo c’è Giesse Risarcimento Danni. Quella mattina, erano le 6.50, il gruppetto di amici stava tornando a casa dopo una festa al “Mon amour” di Belluno. Secondo i calcoli del perito, l’incidente sarebbe avvenuto a una velocità di 75 chilometri orari (il limite su quel tratto è di 70) e non si attivarono gli airbag.

«In merito alla loro mancata attivazione – ha rilevato l’ingegner Zamuner – si evidenzia che il modello di Fiat 500 non permette di estrapolare i dati dalla centralina airbag negli istanti che hanno preceduto l’urto. Pertanto non è stato possibile ricostruire se prima dell’incidente tali dispositivi funzionassero».

Si tratta comunque di un software complesso che analizza in modo autonomo i dati di accelerazione-variazione di velocità per decidere quando attivare gli airbag: «Se prima dell’impatto finale l’auto è soggetta ad altre sollecitazioni minori, ad esempio nell’uscita di strada sul ciglio sconnesso (come in questo caso), il software potrebbe decidere di non attivare i dispositivi».

Ma perché l’auto è sbandata? Sulla base degli elementi oggettivi e testimoniali non è emerso l’urto con altri veicoli o con ostacoli presenti sulla carreggiata. Inoltre «non sono state rilevate anomalie meccaniche esistenti prima dell’incidente che possano aver innescato la perdita di controllo del mezzo».

Anzi, continua il consulente della Procura, «la natura della traccia di scorrimento rilevata sul ciglio è indice di una graduale deviazione a destra del mezzo. Eventuali anomalie meccaniche ad organi direzionali e/o alle ruote (comunque non rilevate) avrebbero comportato scarti più bruschi con rotazioni e marcature più accentuate.

Una deviazione così graduale è tipica del colpo di sonno o distrazione». Il gruppetto di amici avevano passato la nottata tra un locale e l’altro. Quindi erano molto stanchi. L’incidente avvenne alle 6.50. Alle 14.30, più di 7 ore dopo, venne riscontrato nel Vascellari un tasso alcolico pari a 0,75 grammi per litro.

Si può ipotizzare che al momento dell’incidente il valore fosse molto più alto. Quanto a Cristian Palazzolo, il 19enne che quel mattino perse la vita, si trovava sul sedile posteriore in zona centrale dove non c’era nessuna cintura di sicurezza (il veicolo era omologato per 4 passeggeri).

Durante l’incidente fu proiettato in avanti e sbatté contro parabrezza e cruscotto. «Attendiamo fiduciosi l’esito di questo processo anche se purtroppo costringerà i familiari del povero Cristian a rivivere ogni singolo momento – sottolinea Gennaro Pisacane, di Giesse Belluno – Gli esiti delle indagini sono estremamente chiari e non lasciano spazio a dubbi, ora è tempo di dare giustizia a queste famiglie».

Articolo de “Il Gazzettino

Fatale il sonno o una distrazione: «Ma gli airbag non si aprirono»

Dritto contro un platano. Gli airbag non si gonfiano. Muore, per una distrazione o un colpo di sonno, il 19enne Cristian Palazzolo e nella Fiat 500 distrutta rimangono gravemente feriti il conducente Mattia Vascellari, la sorella Gaia, Deborah De Col e Tommaso Mitrugno.

C’è la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio e lesioni stradali a carico di Mattia Vascellari e l’udienza preliminare sarà martedì 20, davanti al gup Elisabetta Scolozzi.

Nel frattempo, dalla consulenza disposta dalla Procura dopo lo schianto del primo settembre 2019, alla Rossa, emerge che Vascellari aveva bevuto, come anticipato gli airbag non si sono aperti e la velocità era di cinque chilometri oltre il limite: 75 orari.

La famiglia Palazzolo è assistita dal gruppo bellunese specializzato in sinistri Giesse Risarcimento Danni e hanno anticipato che chiederanno i danni anche Mitrugno con Mauro Gasperi e De Col con Martino Fogliato. Per Pierluigi Zamuner, colpa di «una distrazione o un colpo di sonno.

Nessun altro ostacolo sulla carreggiata, che possa aver innescato la deviazione o veicolo coinvolto né possibili anomalie meccaniche, prima dell’incidente, che possano aver causato la perdita di controllo».

La traccia di scorrimento, sul ciglio della statale 50, non lascia dubbi: «E’ indice di una graduale deviazione a destra del mezzo. Eventuali anomalie meccaniche allo sterzo alle ruote, che peraltro non sono state rilevate, avrebbero provocato scarti più bruschi con rotazioni e marcature più accentuate».

Palazzolo era nel divano posteriore, non aveva la cintura allacciata e ha battuto contro il parabrezza. L’auto è omologata per quattro persone e i ragazzi erano in cinque: «Avevano passato la serata in locali e stavano tornando a casa. Erano le 6.50 ed è pensabile che fossero stanchi».

«L’autista è risultato positivo all’alcol: 0,75,secondo il prelievo fatto alle 14.30. Sulla mancata attivazione degli airbag, il modello della macchina non permette di estrarre i dati dalla centralina e non si può capire se funzionassero o meno».

Articolo del “Corriere delle Alpi