Investì un pedone a Belluno: chiesto il rinvio a giudizio

Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Belluno. 

Il pubblico ministero ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio del pirata della strada che nel novembre 2021 causò l’incidente stradale mortale a Fonzaso, in provincia di Belluno, in cui rimase uccisa Emilia Santurini che camminava a lato della strada.

La notizia viene riportata sui quotidiani “Il Gazzettino“, “Corriere delle Alpi” e “Corriere del Veneto“.

La famiglia Santurini si è affidata a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali. Si attende ora la decisione del giudice.Guarda il servizio nel TG locale: 

Schianto mortale e fuga: «Processatelo»

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il 24enne feltrino che scappò dopo aver investito la donna fonzasina

Falciata da un’auto a Fonzaso e lasciata morire: chiesto il rinvio a giudizio del pirata della strada.

Il pubblico ministero ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio del pirata della strada che, nel novembre 2021, investì e uccise Emilia Santurini, 63 anni di Fonzaso, mentre passeggiava a lato della strada in via Fenadora.

I familiari della Vittimma si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali, e stanno seguendo il processo in aula tramite l’avvocato Nives Zanon.

L’udienza preliminare, in Tribunale a Belluno, è stata fissata per il 27 ottobre. Nicholas De Nale, 24enne feltrino, è indagato per omicidio stradale, per fuga dopo l’incidente ed omissione di soccorso.

Tutto inizia la mattina del 16 novembre 2021 quando la dipendente dell’azienda Mauser, che si trova in via Fenadora nella zona industriale di Arten, chiama i carabinieri, raccontando di aver trovato il corpo senza vita di una donna all’interno del cortile.

Gli inquirenti scoprono che si tratta di Emilia Santurini, la cui scomparsa era stata denunciata dal marito la sera precedente. Partono le indagini.

Dai numerosi rottami trovati sul luogo dell’incidente, i carabinieri risalgono al modello dell’auto, una Ford Fiesta, e incrociando i dati nel sistema scoprono il proprietario, un 24enne feltrino che lavora in un’azienda della zona.

Il giovane ammette l’incidente, spiegando di aver preso un palo e un muretto la sera prima, ma la versione non viene ritenuta credibile.

Grazie alle telecamere presenti nell’area – che non inquadrano il luogo dell’incidente ma solo il passaggio della donna e poi del mezzo – si riesce a risalire all’ora del sinistro, 18.54, e alla velocità stimata dell’auto, 54 km/h.

Il pubblico ministero, inoltre, chiede una perizia informatica sul cellulare del ragazzo che rileva uno scambio di messaggi tra le 18.48 e le 18.51. Elementi che, tuttavia, non vengono ritenuti fondamentali ai fini dell’indagine, tant’è che nel capo d’accusa non se ne fa menzione.

Il consulente tecnico del pubblico ministero, l’ingegner Andra Calzavara, conclude in questo modo: «Non è plausibile che l’indagato in normali condizioni psicofisiche, per quanto presumibilmente distratto alla guida, possa non aver avuto consapevolezza dell’avvenuto investimento».

C’è poi la consulenza autoptica, con il medico legale Angelo montana, incaricato dalla procura. Il pubblico ministero a conclusione indagini ha chiesto il rinvio a giudizio del giovane per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. Si attende ora la decisione del gup.

Il dolore della famiglia non si placa nonostante sia passato quasi un anno da quel tragico giorno. Un dolore reso ancora più forte dal fatto che, se il giovane si fosse fermato dopo l’impatto, la loro cara si sarebbe forse potuta salvare. Ma certamente il fatto che venga fatta giustizia per la propria congiunta può essere di sollievo ai familiari.

«La famiglia è ancora dilaniata dal dolore – commentano infatti Marco Merotto e Gennaro Pisacane di Giesse Risarcimento Danni – Alla drammaticità dell’evento, quella sera, si aggiunse infatti anche la condotta sconsiderata e immorale dell’automobilista che falciò la donna, scaraventandola al di là di una recinzione alta 165 centimetri, e fuggì senza prestarle soccorso Emilia morì soltanto in un secondo momento, nel cortile dell’azienda, a causa delle gravi ferite riportate a seguito dell’incidente».

Articolo de “Il Gazzettino

Falciata e sbalzata in un cortile: chiesto il processo a un 24enne

Il corpo senza vita era nel cortile di un’azienda. Non c’era più niente da fare per Emilia Santurini, la cui scomparsa era stata denunciata dal marito la sera del 15 novembre dello scorso anno.

La 63enne di Fonzaso era stata sbalzata nel giardino, superando una recinzione alta più di un metro e mezzo, dopo essere stata investita da un’auto in via Fenadora.

Il pubblico ministero Marta Tollardo ha chiuso le indagini per le ipotesi di reato di omicidio stradale e omissione di soccorso a carico di N.D.N., un 24enne fonzasino che lavora in una fabbrica vicina.

L’uomo è difeso di fiducia dall’avvocato Luciano Licini e sarà davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Belluno il prossimo 24 ottobre. La famiglia si costituirà parte civile con Nives Zanon per Giesse Risarcimento Danni.

«I familiari sono ancora dilaniati dal dolore – sottolineano Marco Merotto e Gennaro Pisacane di Giesse – alla drammaticità dell’evento, quella sera, si aggiunse infatti la condotta sconsiderata e immorale dell’automobilista che falciò la donna, scaraventandola al di là di una recinzione alta 165 centimetri, e fuggì senza prestarle soccorso. Emilia Santurini morì soltanto in un secondo momento nel cortile dell’azienda, a causa delle gravi ferite riportate a seguito dell’investimento».

Questo il risultato dell”autopsia eseguita dal dottor Angelo Montano, affiancato dalla consulente di parte dell’indagato Petra Panzan.

C’è stata anche una consulenza di carattere tecnico, affidata dal sostituto procuratore al perito Andrea Calzavara, il quale ha concluso che «non è plausibile che l’indagato in normali condizioni psicofisiche, per quanto presumibilmente distratto alla guida, possa non aver avuto la consapevolezza dell’avvenuto investimento».

Era toccato ai carabinieri della compagnia di Feltre svolgere le indagini dopo che una dipendente dell’azienda aveva trovato il cadavere e non sapeva spiegarsi cosa fosse successo.

Dopo l’identificazione, sono stati esaminati alcuni detriti rinvenuti sull’asfalto, che hanno portato a una Ford Fiesta di proprietà di un giovane del posto. L’uomo ha ammesso di aver fatto un incidente, dichiarando però che pensava di aver colpito un palo e un muretto.

La sua versione non era stata ritenuta credibile, così erano entrate in campo le telecamere della videosorveglianza, che non avevano inquadrato il luogo dell’impatto, ma avevano registrato il transito di una donna che stava facendo una passeggiata in zona industriale e poi della macchina, a una velocità stimata di 54 chilometri orari.

Erano le 18.54 del 15 novembre. Nel telefonino cellulare sequestrato all’automobilista, c’erano uno scambio di messaggi tra le 18.48 e le 18.51, dunque in orario precedente. Il 24 ottobre l’udienza preliminare.

Articolo del “Corriere delle Alpi

Investì una donna scaraventandola lontano: chiesto rinvio a giudizio

Venne falciata da un’auto mentre percorreva come ogni giorno, a piedi, via Fenadora a Fonzaso. Era il 15 novembre di un anno fa e per la 63enne Emilia Santurini l’impatto fu fatale.

Il Corpo fu ritrovato solo la mattina dopo, nella recinzione della ditta “Mauser”, dove la donna finì per l’impatto con l’auto. Il suo investitore, un 24enne del luogo, non si fermò a soccorrerla.

Fuggì, ma venne rintracciato in poche ore dai carabinieri che risalirono prima alla sua auto (una Ford Fiesta) e poi a lui. Ora l pubblico ministero ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio del pirata della strada.

I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali e seguono il processo con l’avvocato Nives Zanon. L’udienza preliminare, in Tribunale a Belluno, il 27 ottobre.

Il giovane, che lavora in un’azienda della zona, dovrà rispondere di omicidio stradale e omissione di soccorso. Ai carabinieri il giovane ammise l’incidente, spiegando di aver preso un palo e un muretto la sera prima, ma la versione non fu creduta.

Con le telecamere in zona – che non inquadrano il luogo dell’incidente ma solo il passaggio della donna e poi del mezzo – gli inquirenti risalirono all’ora del sinistro, le 18.54, e alla velocità stimata dell’auto, 54 chilometri all’ora.

Che il giovane non potesse non essersi accorto di aver colpito una persona lo scrive anche il consulente tecnico del pm, Andrea Calzavara: «Non è plausibile che l’indagato in normali condizioni psicofisiche, per quanto presumibilmente distratto alla guida, possa non avere avuto consapevolezza dell’avvenuto investimento»

Il pm, quindi, ha chiesto il rinvio a giudizio del giovane per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso.

Articolo del “Corriere del VenetoLINK agli articoli online: 

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