Investì un’anziana a Belluno: processo e risarcimento

Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Belluno. 

Il pubblico ministero ha chiesto 10 mesi di reclusione per l’automobilista che il 18 gennaio 2019, a Santa Giustina in provincia di Belluno, investì e uccise la 76enne Vittoria Maria Cappello che stava attraversando la strada vicino alle strisce pedonali.

La notizia viene riportata nei quotidiani “Corriere del Veneto“, “Il Gazzettino“, “Corriere delle Alpi“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali, è stato accanto alla famiglia dell’anziana fin da subito riuscendo a ottenere un risarcimento in via stragiudiziale.

Anziana travolta in strada, chiesta condanna mite

Investita a Santa Giustina. Il pm: «Per l’automobilista 10 mesi e un anno senza patente»

Il pubblico ministero ha chiesto 10 mesi di reclusione e la sospensione della patente per un anno per Kyd Fontana, il quarantenne bellunese che il 18 gennaio 2019 investì in auto e uccise Vittoria Maria Cappello, 76 anni, mentre attraversava la strada a Santa Giustina a pochi metri dalle strisce pedonali.

La famiglia della donna si è affidata a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela  dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali e ha già ottenuto un risarcimento per via stragiudiziale. Rimane aperto il procedimento penale.

«Per la famiglia è sempre doloroso rivivere quel giorno – spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Belluno – L’anziana era appena uscita di casa e stava attraversando la strada per recarsi in macelleria quando fu travolto da una Fiat Panda. Parliamo di una strada rettilinea che la donna aveva quasi finito di attraversare: com’è possibile che l’automobilista non si sia accorto di lei?».

L’incidente alle 17.20 sulla strada provinciale 2, a Santa Giustina. Come emerso dalle indagini, Fontana non aveva bevuto e non stava usando il cellulare.

Secondo il consulente tecnico della procura, l’ingegner Pierluigi Zamuner, c’erano i presupposti per accorgersi del pedone e frenare in tempo. Ieri mattina il pm ha chiesto la condanna dell’imputato a 10 mesi di reclusione e la sospensione della patente per un anno.

Conclude Pisacane, di Giesse: «Ci aspettavamo una requisitoria diversa, anche alla luce delle evidenze emerse nella consulenza del pm. Vittoria Maria Cappello non è sbucata fuori all”improvviso a lato della carreggiata, ma è stata falciata uando ormai aveva finito di attraversare la strada, per di più vicino alle strisce pedonali: possibile che la sua vita valga così poco?».

Articolo del “Corriere del Veneto

Investì Maria: «Condannatelo a 10 mesi»

L’automobilista avrebbe potuto frenare ed evitarla, ma si accorse solo troppo tardi del pedone: «Non l’ho vista»

Dieci mesi di reclusione e sospensione della patente per un anno. È la condanna chiesta ieri mattina dal pubblico ministero nei confronti di Kyd Fontana.

Si tratta del pilota di rally, 40 anni di Sospirolo, che il 18 gennaio 2019 investì e uccise Vittoria Maria Cappello, mentre attraversava la strada a Santa Giustina a pochi metri dalle strisce pedonali.

La famiglia della donna, all’epoca dei fatti 76enne, si è affidata a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali, ed è già riuscita a ottenere un risarcimento per via stragiudiziale che dovrebbe aggirarsi intorno alle centinaia di migliaia di euro.

Tenuto conto di questo e del fatto che non erano presenti aggravanti nel capo d’imputazione, il pm ha concesso le attenuanti generiche all’imputato e chiesto 10 mesi su cui il giudice si esprimerà il 13 gennaio 2023.

«Sinceramente – spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede di Giesse Risarcimento danni a Belluno – ci aspettavamo una requisitoria diversa, anche alla luce delle evidenze emerse nella consulenza del pubblico ministero.

Vittoria Maria Cappello non è sbucata fuori all’improvviso a lato della carreggiata, ma è stata falciata quando ormai aveva finito di attraversare la strada, per lo più vicino alle strisce pedonali. Possibile che la sua vita valga così poco?».

L’incidente avvenne alle 17.20 sulla strada provinciale 2, a Santa Giustina. Come emerso in fase di indagine, Fontana non aveva bevuto e non stava usando il cellulare.

Secondo il consulente tecnico della procura, l’ingegner Pierluigi Zamuner, c’erano quindi tutti i presupporti per accorgersi del pedone e frenare in tempo. «L’automobilista – si legge nella ctu – disponeva di tempi e spazi ampiamente sufficienti per poter evitare la collisione».

Invece, investì Maria Vittoria Cappello «quando aveva ormai da tempo impegnato la sede stradale – scrive sempre il consulente – per di più a ridosso di un passaggio pedonale, impedendole di completare l’attraversamento in sicurezza».

E conclude: «L’automobilista si sarebbe avveduto con macroscopico ritardo della signora Cappello, in accordo con quanto dichiarato dai testi che avrebbero sentito il Fontana riferire di non aver visto il pedone».

La donna stava tornando a casa, dopo essere uscita dalla macelleria Dama Carni, dove era di casa. Il negozio si trova proprio dall’altra parte della strada provinciale 2, di fonte alla sua abitazione, che è in via Vittorio Veneto 18, e dopo il fatto aveva deciso di chiudere per lutto.

Impossibile, a Santa Giustina, non ricordare il sorriso di “Maria la piccola”, come da tutti era affettuosamente chiamata. La donna era attiva anche nel gruppo “filò” che si ritrova sempre per giocare alla tombola il martedì.

E non si perdeva mai una gita del gruppo festeggiamenti di Meano: l’ultima uscita fu il 4 gennaio di quell’anno quando andò in gita a Jesolo, nel tour di presepi.

«Per la famiglia è sempre doloroso rivivere quel giorno – conclude Pisacane, di Giesse – Vittoria Maria Cappello fu travolta da una Fiat Panda su una strada rettilinea che aveva quasi finito di attraversare: com’è possibile che l’automobilista non si sia accorto di lei?».

Ma alcuni residenti, nei giorni successivi alla tragedia, si erano interrogati anche sulla pericolosità della provinciale: «Questa strada è buia e pericolosa» avevano denunciato. A gennaio la decisione del giudice.

Articolo de “Il Gazzettino

Investì un’anziana alle porte di Meano: rischia dieci mesi

Non andava forte, non aveva bevuto e non stava usando il telefonino. Ma alle 17.20 del 18 gennaio Kyd Fontana ha investito Maria Vittoria Cappello Dalla Rosa, provocandone la morte.

Era alla guida di una Fiat Panda sulla strada provinciale 2 e non ha visto la 75enne di Meano, mentre stava attraversando la strada da sinistra a destra, una quindicina di metri oltre le strisce.

La Procura ha chiesto per lui la condanna alla pena di dieci mesi di reclusione e una anno di sospensione della patente per omicidio stradale.

Il difensore Anna Tomasi del foro di Treviso l’ha vista in maniera del tutto diversa dal pubblico ministero Sandra Rossi, a maggior ragione dopo che il consulente di parte ha illustrato la sua perizia e punta a una sentenza di assoluzione.

Non c’è stata costituzione di parte civile, in quanto la famiglia è stata risarcita attraverso Giesse Risarcimento Danni. Il giudice Antonella Coniglio ha rinviato al 13 gennaio per repliche e sentenza di primo grado.

Quel giorno la donna era diretta in macelleria e stava camminando a bordo strada, quando deve aver deciso di cominciare ad attraversare. Era in un luogo poco illuminato, Fontana non si è accorto di lei e l’ha falciata.

Pensava di aver colpito un animale, in un primo momento: il tempo di fermarsi e accostare, poi si è accorto che a terra c’era una donna e ha dato l’allarme al 118.

Secondo il consulente tecnico della Procura, «l’automobilista disponeva di tempi e spazi ampiamente sufficienti per poter evitare la collisione». Invece, investì Maria Vittoria Cappello «quando aveva ormai da tempo impegnato la sede stradale, per di più a ridosso di un passaggio pedonale, impedendole di completare l’attraversamento in sicurezza

L’automobilista si sarebbe accorto con macroscopico ritardo della signora Cappello, in accordo con quanto dichiarato dai testi che avrebbero sentito il Fontana riferire di non aver visto il pedone». Cosa impossibile, secondo Giesse.

Il collega della difesa non ha le stesse certezze, ma è del tutto normale. A gennaio, ci sarà la sentenza.

Articolo del “Corriere delle AlpiLINK agli articoli online: 

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