Giesse Risarcimento Danni segue il risarcimento per incidente stradale mortale a Monza.
L’automobilista che provocò l’incidente mortale a Monza, in cui fu investita e uccisa Sofia Berto mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, ha patteggiato 3 anni e 8 mesi di reclusione. La notizia viene riportata sui quotidiani “Il Giorno” e “Giornale di Carate“.
Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in risarcimento a seguito di incidenti stradali mortali, assiste i familiari della vittima sul piano civile e penale.
Ubriaco in auto falcia una 25enne. È omicidio stradale: 3 anni e 8 mesi
La giovane, Sofia Berto, di Verano Brianza, è stata travolta e uccisa mentre attraversava sulle strisce. M.M. patteggia: stava guidando ad una velocità di 70-80 km all’ora e con un elevato tasso alcolemico
Uccisa a 25 anni da un automobilista ubriaco mentre attraversava la strada, il conducente patteggia 3 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione per omicidio stradale e sospensione della patente per tre anni.
È la sentenza decisa ieri al Tribunale di Monza per M.M., 32enne residente a Carate Brianza, autore dell’incidente stradale che il 3 giugno del 2020 costò la vita a Sofia Berto, 25enne di Verano Brianza, travolta e uccisa sulle strisce pedonali.
La giudice per le udienze preliminari monzese Angela Colella ha accolto la richiesta di patteggiamento concordata tra l’imputato e la Procura di Monza, mentre i familiari della vittima sono stati seguiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in casi di omicidio stradale con sede anche a Monza.
Era da poco passata la mezzanotte del 3 giugno quando Sofia, dopo aver trascorso la serata tra amici, stava attraversando via Comasina nei pressi dell’incrocio con via Pola.
Proprio in quel momento era sopraggiunta la Golf guidata da M.M., che procedeva in direzione Verano Brianza e, non vedendola, l’aveva colpita in pieno caricandola sul cofano e scaraventata a parecchi metri di distanza.
Alcuni testimoni, udendo il forte bitto, erano accorsi chiamando prontamente i soccorsi, ma per la ragazza non c’era stato nulla da fare. Subito dopo il fatto, il pubblico ministero Michela Versini aveva avviato un’indagine per chiarire la dinamica e le responsabilità dell’incidente.
I rilievi dei carabinieri di Giussano, intervenuti tempestivamente sul luogo del sinistro, le testimonianze di chi ha assistito agli ultimi istanti di vita della giovane e la perizia del consulente tecnico nominato dalla Procura hanno reso possibile ricostruire quanto accadde quella notte.
Dalla perizia tecnica è emerso che M.M. stava guidando ad una velocità compresa tra i 70 e gli 80 chilometri all’ora, mentre in quel tratto di strada il limite è di 50. L’incrocio era correttamente illuminato, il semaforo era lampeggiante e Sofia aveva già incominciato ad attraversare la strada.
Tutte situazioni per le quali il codice della strada impone agli automobilisti di procedere a velocità moderata e con particolare prudenza, rispettando le norme di precedenza.
Secondo il perito «una condotta di guida prudente e rispettosa delle norme del Codice della Strada avrebbe consentito al conducente dell’autovettura di evitare l’investimento». Dagli esami del sangue su M.M. è inoltre risultato un tasso alcolemico di 1,79 grammi per litro, quindi ben oltre il limite di 0,5 concesso.
«Una vita troncata a 25 anni a causa di un guidatore ubriaco – commenta Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza – Nessuna famiglia meriterebbe di provare tale dolore a causa di chi mette in pericolo sè stesso e gli altri mettendosi al volante in condizioni pessime e sottovalutando le possibili conseguenze drammatiche delle proprie azioni».
Articolo de “Il Giorno”
Uccisa mentre attraversa, il conducente ubriaco patteggia 3 anni e 8 mesi
Sofia Berto, 25 anni, morì travolta sulle strisce pedonali il 3 giugno 2020
Tre anni, otto mesi e 20 giorni di reclusione e sospensione della patente per tre anni: questa la condanna per omicidio stradale inflitta a Matteo Maggioni, dopo il patteggiamento.
Il 32enne, residente a Carate Brianza, è l’autore dell’incidente stradale che costò la vita a Sofia Berto, la 25enne di Verano, travolta e uccisa sulle strisce pedonali nel giugno del 2020.
La ragazza stava attraversando su via Comasina, quando la sera del 3 giugno dell’anno scorso mentre tornava da una serata con gli amici è stata investita in pieno da un’auto, una «Volkswagen Golf», alla cui guida c’era il caratese, ubriaco, che percorreva il rettilineo ad una velocità superiore ai limiti consentiti.
Non I’ha vista e l’ha colpita in pieno caricandola sul cofano e scaraventandola a parecchi metri di distanza. Alcuni testimoni – udendo il forte botto erano subito accorsi, chiamando prontamente i soccorsi, che però nulla hanno potuto fare, se non constatare il decesso sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate.
Nell’udienza che si è svolta venerdì 29 ottobre, presso il Tribunale di Monza, il giudice Angela Colella ha accolto la richiesta di patteggiamento proposta dall’imputato.
I familiari della vittima, che lavorava come cameriera in un ristorante a Desio, sono stati seguiti da Gisse Risarcimento Danni, un gruppo specializzato in casi di omicidio stradale con sede anche a Monza.
Subito dopo il fatto, il pubblico ministero Michela Versini ha avviato un’indagine per chiarire la dinamica e le responsabilità dell’incidente. Grazie ai rilievi dei Carabinieri di Giussano, intervenuti tempestivamente sul luogo dell’incidente, alle testimonianze di chi ha assistito agli ultimi istanti di vita della giovane e alla perizia dell’ingegner Pierangelo Adinolfi, consulente tecnico nominato dal Pm, è stato possibile ricostruire quanto accadde quella notte.
Dalla perizia è emerso che il caratese, operaio, stava guidando ad una velocità compresa tra i 70 e gli 80 km all’ora mentre in quel tratto di strada il limite è di 50 km all’ora. L’incrocio era correttamente illuminato, il semaforo era lampeggiante e Sofia aveva già incominciato ad attraversare la strada.
Tutte situazioni per le quali il codice della strada impone agli automobilisti di procedere a velocità moderata e con particolare prudenza, rispettando le norme di precedenza.
Secondo il perito «una condotta di guida prudente e rispettosa delle norme del Codice della Strada avrebbe consentito al conducente dell’autovettura di evitare l’investimento». Dagli esami del sangue effettuati su Maggioni è inoltre risultato un tasso alcolemico di 1,79g/l, quindi molto oltre il limite di 0,5g/l concesso dalla normativa.
«Una vita troncata a 25 anni a causa di un guidatore ubriaco ha commentato Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza – ci troviamo ancora una volta davanti al binomio alcool e velocità come protagonisti indesiderati delle aule dei nostri tribunali. Nessuna famiglia meriterebbe di provare tale dolore a causa di chi mette in pericolo sé stesso e gli altri mettendosi al volante in condizioni pessime e sottovalutando le possibili conseguenze drammatiche delle proprie azioni».
Articolo del “Giornale di Carate“Leggi la notizia anche qui: