Infortunio sul lavoro Bolzano: risarcimento danni

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Incidente mortale in cantiere. Assolti tutti gli imputati

La tragedia tre anni fa. Operaio perse la vita cadendo da 12 metri. Ci sarà una causa civile

 

BOLZANO. Nessuna responsabilità penale per la morte di un operaio di 54 anni che perse la vita il 16 maggio di tre anni fa nel cantiere per la costruzione della nuova cantina di vini a Bolzano, praticamente di fronte all’ospedale San Maurizio. La vittima fu Gabriele Arcuri di Crotone, dipendente della ditta Baugino, un’impresa di Egna che svolge lavori per conto della Volcan, titolare dell’appalto per la costruzione dell’intero complesso.

L’uomo cadde da una impalcatura ad un’altezza di 12 metri. Venne ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Bolzano e morì poche ore dopo. I sanitari gli riscontrarono lesioni gravissime a livello cerebrale. Le ispezioni permisero di appurare che dal ponteggio in questione era stata era stata eliminata una barriera di protezione per accelerare i lavori di rimozione di materiale inerte.

Gabriele Arcuri venne visto cadere a testa in giù: rimase incastrato alla base dell’impalcatura. Ieri in tribunale a Bolzano si è concluso il procedimento penale per presunte responsabilità colpose sulla tragedia. Tutti gli imputati sono stati assolti ritenendo che non abbiano avuto alcun ruolo concreto nella dinamica dell’incidente. I famigliari della vittima sono stati difesi, in sede di giudizio, dai legali della “Giesse risarcimento danni” con sede a Belluno.

«Siamo profondamente amareggiati per questa sentenza – ha commentato dopo la sentenza Maurizio Cibien, responsabile delle sedi Giesse di Trento e Bolzano – Il rinvio a giudizio, disposto al termine delle indagini, lasciava più che supporre che vi fossero i presupposti per una condanna a carico di, almeno, parte degli imputati. A nostro avviso, infatti, c’erano e ci sono tutti gli elementi per un concorso di colpa poiché non ci fu il necessario controllo da parte di coloro che avrebbero dovuto sovraintendere alle operazioni, ossia il capocantiere e il coordinatore della sicurezza.

La sentenza penale di assoluzione per gli imputati è oltremodo loro favorevole e non tiene conto di evidenti, a parere nostro, profili di responsabilità a questi imputabili». La battaglia legale, però, continuerà. «Non ci fermeremo qui, anche se delusi da questa sentenza – dice Maurizio Cibien – continueremo in sede civile la battaglia per ottenere il giusto risarcimento che spetta ai famigliari».