Patteggia per la morte di Angela, investita mentre aiutava un gufo
“I fari dell’auto non erano a norma”
Ha patteggiato un anno e 6 mesi di reclusione, con pena sospesa, G.Z., l’80enne di Motta che il 12 gennaio dell’anno scorso a Piavon di Oderzo aveva travolto e ucciso Angela Pozzebon, 26enne di Sala di Istrana, mentre la ragazza soccorreva un gufo lungo la tangenziale di Oderzo. L’anziano è stato anche condannato dal tribunale di Treviso al pagamento delle spese e alla sospensione della patente di guida per la stessa durata della condanna.
I familiari di Angela Pozzebon sono nel frattempo già stati risarciti grazie a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti mortali con sedia Conegliano e Castelfranco.
L’incidente era avvenuto poco dopo le 18 del 12 gennaio. Angela Pozzebon stava tornando a casa dopo una giornata di formazione come tatuatrice allo studio Black Queen di Oderzo. Lungo la tangenziale l’automobilista aveva notato in mezzo alla strada un gufo, probabilmente ferito. Accostata la macchina con le quattro frecce inserite e i fari accesi per segnalare il pericolo alle altre auto, aveva attraversato la strada e si era avvicinata al gufo sospingendolo con delicatezza verso il margine della strada. Poi l’incidente.
G.Z. aveva dichiarato di non essersi neppure reso conto della presenza della giovane. Secondo quanto ricostruito grazie anche alle testimonianze degli altri automobilisti, non aveva neppure toccato il pedale del freno fino al momento dell’investimento. L’impatto, violentissimo, non aveva lasciato purtroppo scampo alla giovane. Stesso destino anche per il rapace che aveva tentato di mettere in salvo.
Secondo quanto ricostruito dal consulente tecnico Francesco Sottana, nominato dal pm, la luminosità dei fari della Mercedes di G.Z. non era regolare per le norme previste dal Codice della strada, in quanto opacizzati e con fascio luminoso insufficiente. Nelle conclusioni della perizia Sottana scrive che l’80enne non si era accorto della presenza di Angela a causa sia dell’inefficienza del fascio luminoso, sia per la scarsa attenzione riposta al proprio lato di strada, dove era presente la ragazza, e anche a quello opposto, dove l’auto ferma con le quattro frecce avrebbe dovuto fargli chiaramente percepire la presenza di un pericolo, stante la mancanza di impedimenti rilevati sulla carreggiata.
«Purtroppo questo incidente si sarebbe potuto facilmente evitare – conferma Solange Viale, responsabile della sede Giesse di Castelfranco -il pericolo era chiaramente segnalato e prevedibile, Angela purtroppo si è fidata della percezione dell’automobilista che invece non l’ha neppure vista. Chiunque circoli in condizioni di scarsa visibilità dovrebbe sempre assicurarsi di avere dispositivi di illuminazioni perfettamente efficienti che, come in questo caso, avrebbero potuto evitare la tragedia».
Da brividi il gesto compiuto dopo la morte della giovane da molti amici, parenti e conoscenti. Pochi giorni prima dell’incidente, infatti, Angela aveva disegnato tra i vari bozzetti da proporre come tatuaggi proprio un gufo. In molti hanno così deciso di tatuarselo ed il ricavato è stato interamente devoluto ad un’associazione per la protezione degli animali.
Leggi l’articolo sul sito de La Tribuna di Treviso
Il gufo e lo schianto mortale: patteggia
Ha chiuso i conti con la giustizia l’ottantenne che aveva travolto Angela Pozzebon la 26enne di Sala d’Istrana
La ragazza era scesa dall’auto per salvare l’animale ferito in mezzo alla strada. Un anno e sei mesi all’investitore
Ha chiuso i conti con la giustizia, patteggiando un anno e sei mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, l’80enne di Motta di Livenza che il 12 gennaio 2019 a Piavon di Oderzo aveva travolto e ucciso Angela Pozzebon, 26enne di Sala d’Istrana, mentre soccorreva un gufo lungo la tangenziale di Oderzo. Il gup Gianluigi Zulian ha anche disposto la sospensione della patente al pensionato per la stessa durata della condanna.
I familiari di Angela, grazie al gruppo Giesse a cui si erano affidati, avevano già ottenuto un risarcimento del danno per l’incidente mortale.
IL SINISTRO. Erano da poco passate le 18. Angela stava tornando a casa dopo una giornata di formazione come tatuatrice presso lo studio Black Queen di Oderzo. Lungo la tangenziale aveva notato un gufo in mezzo alla strada, probabilmente ferito. Così la giovane ha accostato l’auto, inserito le quattro frecce lasciando anche accesi i fari, ha attraversato la strada e si è avvicina al gufo. Mentre lo stava spingendo verso il margine della carreggiata è stata travolta dall’80enne, che ha dichiarato di non essersi neppure reso conto della presenza della giovane. Sull’asfalto, infatti, non c’era alcun segno di frenata.
L’impatto non ha lasciato scampo ad Angela, che è morta praticamente sul colpo, così come il gufo che aveva tentato di salvare. Uno degli automobilisti che si sono fermati dopo l’incidente ha raccontato di essere transitato nello stesso punto pochi minuti prima e di aver visto anche lui il gufo in difficoltà sulla carreggiata, ma di aver proseguito per poi decidere di rigirarsi alla prima rotonda e tornare indietro per soccorrerlo. Quando è tornato sul posto però si era già consumata la tragedia. Secondo quanto ricostruito dal consulente tecnico Francesco Sottana, nominato dal pubblico ministero, la luminosità dei fari della Mercedes del pensionato non era regolare: erano opacizzati e con fascio luminoso insufficiente.
IL RICORDO. Pochi giorni prima dell’incidente, Angela, che amava sia gli animali che i tatuaggi, aveva disegnato tra i vari bozzetti da proporre come tattoo proprio un gufo. Alcuni dei suoi amici e conoscenti, dopo la sua tragica scomparsa, avevano così deciso di tatuarselo devolvendo poi il ricavato a un’associazione per la protezione degli animali. Un gesto per ricordare Angela nel migliore dei modi.
Leggi l’articolo sul sito de Il Gazzettino