Incidente mortale Cagliari: risarcimento terzo trasportato

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Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Cagliari. 

L’uomo che noleggiò e affidò a un 18enne senza patente una Mercedes con la quale poi si schiantò, mettendo fine alla sua vita e a quella della sua ragazza, ha patteggiato 3 anni di reclusione.

La notizia viene riportata nel quotidiano “L’Unione Sarda“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali, assiste la madre della ragazza.

Schianto mortale, tre anni al noleggiatore

Affidò l’auto a un 18enne senza patente: patteggia e chiede la pena sostitutiva

Tre anni di detenzione per aver affidato una Mercedes Classe A a un diciottenne che non aveva ancora la patente.

Il diciottenne si chiamava Steven Carbini, era di Villacidro, e al voltante di quella Mercedes, in una manovra di sorpasso a 180 all’ora sula strada statale 196 andò a schiantarsi contro il rimorchio di un trattore.

L’auto girò su se stessa un paio di volte per poi finire in una cunetta e schiantarsi contro un muro in cemento. Il ragazzo morì sul colpo e con lui la fidanzatina Angelica Angulo Gomez, 17 anni e una vita che le cresceva in grembo.

Era il 20 novembre del 2020. I fidanzatini stavano rientrando da Cagliari a Villacidro, dove stavano allestendo la casa in cui, di lì a pochi mesi, contavano di iniziare la loro vita insieme.

Ieri l’uomo che noleggiò la Mercedes a Steven Carbini, Roberto Murru, 40enne di Selargius, ha patteggiato tre anni di detenzione.

A darne notizia è la Giesse Risarcimento Danni, cui si era rivolta la madre di Angelica Angulo Gomez, che si è costituita parte civile. Murru ha chiesto di poter sostituire la pena con lavori di pubblica utilità; il giudice si esprimerà sull’istanza il prossimo 7 giugno.

Giuseppe Pilichi, responsabile della sede di Giesse Risarcimento Danni a Cagliari, ricostruisce il tragico incidente di due anni e mezzo fa: «Su quella strada, con un limite di 50 chilometri orari, il ragazzo viaggiava a 180 all’ora.

Si spostò leggermente verso sinistra in vista di un sorpasso e, accortosi di un’auto in arrivo dalla direzione opposta, cercò di rientrare nella sua corsia non riuscendo però a evitare il mezzo agricolo che era davanti a lui».

La ricostruzione di Pilichi ricalca quella del pm Daniele Caria, che l’estate scorsa ha chiesto l’archiviazione del procedimento contro il conducente del trattore, Giampietro Farci, 66 anni di Villasor, su cui gravava un’accusa di omicidio stradale.

Una decisione cui si era opposta Antonella Usala, la madre di Steven Carbini: «Mio figlio non c’è più, gli viene data piena responsabilità di quanto accaduto ma non si può difendere» aveva detto.

«Per questo chiedo che l’incidente stradale venga ricostruito nella maniera più fedele possibile, senza tralasciare elementi di fondamentale importanza e che, ad oggi, non sono stati presi in considerazione».

Il suo avvocato, Riccardo Martucci, ha presentato opposizione all’archiviazione, contestando la relazione del consulente della Procura, definita «macroscopicamente incompleta e carente».

Per esempio, aggiunge, «trascura la presenza di sovrasponde nel rimorchio che lo rendeva più alto delle luci di posizione e non visibile ai veicoli che lo seguivano e la mancanza delle luci di stop».

L’udienza per discuterne è fissata per i primi di aprile.

«Non riteniamo che le responsabilità siano da attribuire a Steven Carbini – chiarisce l’avvocato Martucci – e ci riserviamo la possibilità di rivalerci sulla persona che gli noleggiò l’auto».

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Sardegna Reporter