Incidente mortale Belluno: seconda perizia per la mancata precedenza

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Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Belluno. 

Il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto una seconda perizia riguardo all’incidente mortale a Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, in cui perse la vita il 30enne Claudio Dal Pont.

La notizia viene riportata nei quotidiani “Il Gazzettino” e il “Corriere delle Alpi“.

Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali, assiste la famiglia del giovane.

Serve una seconda perizia per la morte del 30enne

Serve una seconda perizia. A richiederla al giudice, ieri mattina, è stato lo stesso pubblico ministero Alberto Primavera che già si era avvalso di un perito, l’ingegner Pierluigi Zamuner, per ricostruire l’incidente costato la vita a Claudio Dal Pont.

Il 30enne di Castion era morto a maggio del 2021 in uno schianto in moto a Lizzona di Ponte nelle Alpi. Il giovane, che lavorava come operaio alla Cafiero di Limana, aveva appena salutato il padre Dario, dicendogli che sarebbe andato a farsi un giro in moto.

Poi era salito sulla sua Yamaha 600 e era andato in direzione Fadalto, sulla statale 51 di Alemagna. All’incrocio con Vich ha trovato la morte in un incidente stradale che è ancora un rebus.

La dinamica è stata inizialmente sotto la lente degli agenti della polizia stradale che avevano sequestrato i 3 veicoli coinvolti e i cellulari.

La Procura aveva iscritto nel registro degli indagati un padovano 60enne che era alla guida dell’auto: un’Audi che avrebbe, sempre stando alla prima ricostruzione dei fatti, omesso la precedenza.

L’uomo, consigliato dal suo avvocato, ha scelto la strada del rito abbreviato ed è a questo punto che entra in scena la consulenza di Zamuner e la seconda perizia richiesta dallo stesso pubblico ministero.

Il 28 maggio l’ultimo saluto a Dal Pont in quella chiesa di Castion in cui Claudio avrebbe voluto sposare la sua Mara, la ragazza con cui conviveva da tempo.

«Era venuto a manifestarmi l’intenzione di concretizzare quello che avevano avviato – aveva raccontato il parroco di Castion, don Marco De March – Si volevano sposare e mi aveva chiesto cosa avrebbe dovuto fare per realizzare questo progetto».

Un sogno spezzato in quella tragedia. «Una cosa davvero triste – aveva concluso il parroco – una vita spezzata nel fiore degli anni». L’epilogo della vicenda, quindi, è ancora lontano così come è lontana la verità giudiziaria su quello che è accaduto nel maggio del 2021.

L’augurio della famiglia, che si è rivolta a Giesse risarcimenti, per ottenere giustizia è che si arrivi quanto prima a stabilire eventuali responsabilità. 

Articolo de “Il Gazzettino

Il motociclista morì per mancata precedenza ma una perizia non basta

Mancata precedenza e morte del motociclista. Per arrivare a una sentenza sull’omicidio stradale del castionese Claudio Dal Pont, non è sufficiente la perizia che la Procura della Repubblica aveva commissionato al consulente Pierluigi Zamuner.

Nel processo in abbreviato all’automobilista Paolo Vizzutti, c’è stato un colpo di scena, a porte chiuse. Il pubblico ministero Alberto Primavera ha chiesto e ottenuto un’altra perizia dal giudice per le udienze preliminari Elisabetta Scolozzi, dopo che avrebbe avanzato la richiesta di condanna a un anno di reclusione.

A metà novembre il giuramento del secondo perito, dopo che sullo schianto del 23 maggio 2021, in zona Lizzona di Ponte nelle Alpi, Zamuner ha scritto che la causa tecnica dell’incidente è stata individuata nella manovra di svolta dell’autovettura Volkswagen T-Roc condotta dal Vizzutti con conseguente mancata precedenza.

Il motociclista non rispettava il limite di velocità e procedeva a 115 chilometri orari a fronte di un limite di 90. È emerso che il rispetto del limite e una pronta reazione non avrebbero comunque permesso a Dal Pont di evitare l’impatto.

L’eccesso di velocità non risulta, quindi, in nesso causale con lo schianto. Solo procedendo a 60 chilometri orari il motociclista sarebbe riuscito a evitare la collisione.

I rilievi erano stati della Polstrada. La famiglia Dal Pont si è costituita parte civile con Chiara Tartari per Giesse Risarcimento Danni e l’amarezza era palpabile. Il 70enne imputato, invece, è difeso da Emanuele Fragasso junior del foro di Padova.

Articolo del “Corriere delle Alpi