Morta per l’intervento al naso, chiesto un rinvio a giudizio
La Procura individua la sola responsabilità dell’anestesista. Proposta l’archiviazione per altri 30 indagati
È imputato di omicidio colposo l’anestesista in servizio nella sala operatoria della clinica ‘Costa Casa del Sole di Formia’ il 17 giugno dello scorso anno durante un intervento di rinoplastica su Mariachiara Mete, 21enne di Lamezia Terme deceduta dopo una settimana di agonia all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Il sostituto procuratore di Cassino Alfredo Mattei nei giorni scorsi ha chiuso l’indagine e chiesto il rinvio a giudizio dell’operatore sanitario per «aver cagionato per colpa la morte della 21enne, in particolare perché, nella qualità di anestesista che ha prestato la propria attività durante l’intervento di rinoplastica estetica presso la clinica polispecialistica ‘Costa Casa del Sole’ – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio presentata al gip – per colpa consistita in negligenza e imperizia, in occasione dell’arresto cardiocircolatorio insorto nel corso dell’intervento chirurgico somministrava alla paziente in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo, e ometteva di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno praticandolo solo in una seconda fase sicché non si atteneva alle linee guida prescritte per la rianimazione e determinava un ritardo nel ripristino della attività cardiaca, rilevata solo dopo tre minuti dall’inizio delle manovre rianimatorie, e per l’effetto con le condotte colpose concorreva a cagionare il decesso di Mete Mariachiara».
Per quanto riguarda gli altri 30 indagati vale a dire i componenti dell’équipe che ha effettuato l’intervento sul naso di Mariachiara, gli altri otto 8 che hanno avuto in cura la ragazza al “Dono Svizzero” di Formia dove è rimasta appena 48 ore e altri 19 tra medici e infermieri in servizio all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove la giovane è deceduta il 24 giugno, la Procura
non ha rilevato profili di responsabilità e ha chiesto l’archiviazione. I consulenti tecnici del pubblico ministero hanno infatti concluso «che non possono essere mosse censure di sorta al chirurgo che ha praticato l’intervento né tanto meno a tutti gli operatori sanitari che hanno prestato la propria assistenza alla paziente durante i ricoveri nelle fasi successive all’episodio acuto».
Per tali sanitari, pertanto, la Procura ha richiesto l’archiviazione. Resta dunque soltanto l’anestesista, assistito dall’avvocato Renato Archidiacono, a rispondere degli eventuali errori che hanno provocato la morte di Mariachiara L’udienza preliminare è stata fissata per il 27 gennaio prossimo e in quella sede i familiari della ragazza, che hanno deciso di intraprendere anche una autonoma azione civile assistiti da Giesse Risarcimento Danni, si costituiranno.
«Valuteremo – sottolineano Bruno Marusso e Anselmo Vaccaro del gruppo Giesse – se ci sono i margini per opporci alla richiesta di archiviazione della Procura per un altro dei sanitari coinvolti in quanto ravvisiamo possibili profili di colpa nei confronti di almeno un altro soggetto, oltre a quello già individuato dalla Procura».
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Caso Mete, la richiesta della Procura
Mariachiara era deceduta in seguito ad un intervento di rinoplastica.
Per la morte della giovane lametina chiesto il rinvio a giudizio dell’anestesista
A conclusione delle Indagini preliminari, il sostituto procuratore del tribunale di Cassino, Alfredo Mattei, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’anestesista intervenuto durante l’operazione di rinoplastica di Mariachiara Mete, la ventunenne di Lamezia Terme morta dopo l’intervento eseguito il 17 giugno dell’anno scorso presso la clinica “La Casa del sole” di Formia.
Lo specialista è imputato di omicidio colposo per aver cagionato per colpa la morte della ventunenne. In particolare perché, nella qualità di anestesista che ha prestato la propria attività professionale durante l’intervento di rinoplastica estetica cui la predetta veniva sottoposta presso la clinica polispecialistica ”T. Costa” Casa del Sole – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio presentata al Gip – per colpa consistita in negligenza e imperizia.
In occasione dell’arresto cardiocircolatorio insorto nel corso dell’intervento chirurgico somministrava alla paziente in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo, e ometteva di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno alla frequenza di100/120 al minuto, praticandolo solo in una seconda fase al ritmo di 80/90 al minuto, sicché non si atteneva alle linee guida prescritta per la rianimazione e così determinava un ritardo nel ripristino della attività cardiaca, rilevata solo dopo tre minuti dall’inizio delle manovre rianimatorie, nonché nella perfusione cerebrale, con conseguente aggravamento del danno neurologico post-anossico, e per l’effetto con le condotte colpose sopra descritte concorreva a cagionare il decesso di Mete Mariachiara.
Con riferimento alla posizione degli altri indagati, 30 appartenenti a vario titolo alle diverse strutture coinvolte, non sono stati ravvisati ulteriori profili di responsabilità penale avendo i consulenti tecnici della Procura concluso “che non possono essere mosse censure di sorta al chirurgo che ha praticato l’intervento né tanto meno a tutti gli operatori sanitari che hanno prestato la propria assistenza alla paziente durante i ricoveri nelle fasi successive all’episodio acuto”.
Per tali sanitari, pertanto, la Procura ha richiesto l’archiviazione. I familiari, assistiti da Giesse Risarcimento Danni (gruppo specializzato in malasanità) in attesa dell’udienza preliminare, fissata per il prossimo 27 gennaio, hanno deciso di intraprendere direttamente anche un’autonoma azione civile. “Ringraziamo la Procura per il prezioso e minuzioso lavoro di accertamento svolto in questi lunghi e difficili mesi – sottolineano Bruno Marusso e Anselmo Vaccaro del gruppo Giesse – Con il supporto del nostri periti, consulenti e legali fiduciari. Valuteremo ora se vi siano i margini per presentare un’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura per un altro dei sanitari coinvolti in questa assurda e inaccettabile tragedia, in quanto ravvisiamo possibili profili di colpa anche nei confronti di, almeno, un altro soggetto, oltre a quello già individuato dalla Procura”.
Fin da quel tragico giorno siamo convinti che qualcosa non sia stato fatto correttamente, chiediamo soltanto di poter sapere la verità – il triste commento della famiglia Mete – Se qualcuno ha sbagliato, è doveroso che venga fatta giustizia, anche se Mariachiara, purtroppo, nessuno mai ce la riporterà. Doveva essere un intervento di routine, per Mariachiara, che però si è trasformato in tragedia. Al termine dell’operazione, la giovane andò in arresto cardiaco e fu portata d’urgenza in eliambulanza all’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, dove i medici avevano tentato disperatamente di rianimarla.
La giovane, entrata poi in coma, è morta dopo una settimana di agonia nel reparto di Rianimazione. I genitori della ragazza sporsero subito denuncia ai carabinieri di Latina che sequestrarono la cartella clinica su disposizione della Procura della Repubblica che aprì un’inchiesta ordinando anche l’autopsia sulla giovane donna. Da tempo la giovane parrucchiera aveva pensato a quell’intervento di rinoplastica, ma nessuno avrebbe immaginato che quella operazione potesse diventare letale.
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Latina, ragazza morta dopo l’intervento al naso: 31 indagati, domani l’autopsia
Trentuno persone, appartenenti alle diverse strutture sanitarie che hanno avuto in carico Maria Chiara Mete, sono iscritte nel registro degli indagati per la morte della ragazza di 21 anni, originaria di Lamezia Terme, deceduta dopo un intervento chirurgico al naso.
La rinoplastica è stata eseguita lunedì 17 giugno presso la clinica “La Casa del sole” di Formia, mentre la ragazza è morta una settimana dopo in rianimazione al “Goretti” di Latina, dove era stata trasferita dal “Dono Svizzero” di Formia a seguito dell’arresto cardiaco avvenuto nel corso dell’operazione.
Il sostituto procuratore del tribunale di Cassino, Alfredo Mattei, ha notificato a tutti l’informazione di garanzia per omicidio colposo e convalidato il sequestro delle cartelle cliniche eseguito martedì dai carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Formia.
I familiari di Mariachiara hanno nominato gli avvocati Elettra Bruno e Mattia Tallerico di Formia e si sono affidati allo studio Giesse, specializzato in vicende di malasanità.
Domani si svolgerà l’autopsia sul corpo della giovane che varrà come accertamento tecnico irripetibile
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