Emerso il vero responsabile per incidente mortale Longarone

Giesse Risarcimento Danni segue risarcimento per incidente stradale mortale a Belluno. 

Il pubblico ministero Alberto Primavera ha chiuso le indagini sull’incidente mortale avvenuto il 17 luglio 2022 all’imbocco della galleria “Termine” a Longarone, in provincia di Belluno.

La notizia viene riportata nei quotidiani “Il Gazzettino“, “Corriere delle Alpi” e “Corriere del Veneto“.

La famiglia del motociclista che quel giorno perse la vita, il 29enne Nicola Valmassoni, è assistita dai legali di Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali.Guarda il servizio nel TG locale: 

L’auto invase la corsia opposta: così morì il motociclista 29enne

Inizialmente si ipotizzò un sorpasso. Il padre: «Ne ero certo, tolto un peso»

Si è fatta piena luce sulla dinamica dell’incidente in cui, alle 6.20 del 17 luglio scorso, perse la vita Nicola Valmassoni, 29 anni di Longarone.

Il giovane, in sella alla sua moto era diretto a Cortina, dove lavorava come autista alla SeAm, quando all’imbocco della galleria di Termine, si scontrò mortalmente con una Skoda Octavia che arrivava in senso opposto.

Inizialmente si ipotizzò un sorpasso di Valmassoni, eseguito per superare un veicolo lento che lo precedeva, invece le telecamere dell’Anas poste all’imbocco del tunnel hanno rivelato l’esatta dinamica.

Fu la Skoda, condotta da M.C., 50 anni di Padova, ad invadere la corsia su cui viaggiava il 29enne. Questa la conclusione del pubblico ministero Alberto Primavera.

«Ne eravamo certi e possiamo dire di esserci tolti un peso dal cuore, dopo tutto quello che è stato detto su Nicola» commenta il papà Emidio, assistito dai legali fiduciari di Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali.

«Purtroppo, quando avvengono incidenti stradali di questo tipo, il dito viene puntato sempre contro il motociclista ma nostro figlio non è mai stato spericolato con la moto e quelle voci sono state per noi delle coltellate al cuore, già fortemente provato per quanto accaduto. Ora speriamo che la giustizia faccia il suo corso».

Dalle immagini delle telecamere di video-sorveglianza, visionate dagli inquirenti fotogramma per fotogramma, si vede l’auto Skoda invadere la corsia di sinistra e scontrarsi con una moto in arrivo dalla direzione opposta.

Su quella Ducati “Monster” sedeva Nicola Valmassoni. Superata una curva, si trovò davanti l’auto e non riuscì ad evitarla. Poi, cadde dalla moto e colpì diverse volte il guard-rail riportando delle ferite che purtroppo non gli lasciarono scampo.

«Dalla consulenza tecnica affidata all’ingegner Andrea Calzavara è emerso che l’automobilista guidava ad almeno 90 chilometri orari; quindi, ben oltre il limite consentito su quel tratto di 70 km/h» spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede di Giesse a Belluno.

«Probabilmente, una volta uscito dalla galleria, non è stato in grado di mantenere la guida dell’auto e ha invaso la corsia opposta. Il consulente tecnico ha sottolineato che l’assenza di qualsiasi tentativo di frenata o di correzione della traiettoria da parte dell’automobilista può essere spiegata solo con un colpo di sonno o con una distrazione dello stesso, oltre che naturalmente con l’elevata velocità».

Il giovane Valmassoni, quella mattina, si stava recando al lavoro a Cortina. Prese la moto per evitare le code che nelle domeniche estive intasano la statale di Alemagna.

Era partito da Ponte nelle Alpi dove da qualche tempo abitava con la fidanzata dopo aver lasciato l’abitazione di famiglia in via Vittime del Vajont. La verità è stata stabilita.

Non basterà a dare pace ai genitori, ma almeno conserveranno il ricordo di un figlio che «non aveva mai dato pensieri», come disse papà Emidio il giorno della disgrazia.

Articolo de “Il Gazzettino

Morì nello schianto in moto: un’auto invase la sua corsia

Chiuse le indagini sull’incidente che a luglio costò la vita a Nicola Valmassoni

Morì andando al lavoro. Uno schianto in moto, all’alba del 17 luglio dell’anno scorso, sulla statale 51 di Alemagna. Ma senza avere colpe: partito da Ponte nelle Alpi Nicola Valmassoni andava per la sua strada, in direzione Cortina.

La Procura di Belluno ha chiuso le indagini per omicidio stradale a carico di Matteo Carraro, il 50enne padovano di Rubano che era alla guida di una Skoda Octavia e stava scendendo dal Cadore, quando appena dopo la galleria “Termine” ha perso il controllo dell’auto, invadendo la corsia opposta.

Fatta la curva in sella alla sua Ducati Monster, il 29enne cresciuto a Castellavazzo se l’è trovata davanti e non ha avuto il tempo di evitarla.

Si è schiantato sul muso ed è caduto, battendo poi diverse volte sul guard rail, riportando delle ferite che purtroppo non gli hanno lasciato speranze di vita.

Le immagini delle telecamere di Anas, installate all’imbocco del tunnel, sono state visionate fotogramma per fotogramma dal sostituto procuratore Alberto Primavera e hanno illustrato la dinamica precisa dell’incidente, smentendo le prime ricostruzioni che raccontavano di sorpasso azzardato o perdita di controllo della moto, pur non sottovalutando responsabilità da parte dell’automobilista.

«Ne eravamo certi e possiamo dire di esserci tolti un peso dal cuore, dopo tutto quello che è stato detto su Nicola» commenta il papà Emidio Valmassoni, che è assistito dai legali fiduciari di Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali.

«Purtroppo, quando avvengono incidenti stradali di questo genere, il dito viene puntato sempre contro il motociclista, ma nostro figlio non è mai stato spericolato con la moto e quelle voci sono state per noi delle coltellate al cuore, già fortemente provato per quanto accaduto. Ora speriamo che la giustizia faccia il suo corso».

Ci sarà una richiesta di rinvio a giudizio e anche di risarcimento.

«Dalla consulenza tecnica affidata all’ingegner Andrea Calzavara è emerso che l’automobilista guidava ad almeno 90 chilometri orari; quindi ben oltre il limite consentito su quel tratto di 70» spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede di Giesse a Belluno.

«Probabilmente, una volta uscito dalla galleria, non è stato in grado di mantenere la guida dell’auto e ha invaso la corsia opposta. Il consulente tecnico ha sottolineato che l’assenza di qualsiasi tentativo di frenata o di correzione della traiettoria da parte dell’automobilista può essere spiegata soltanto con un colpo di sonno o con una distrazione dello stesso, oltre che naturalmente con l’elevata velocità».

Carraro è difeso di fiducia dagli avvocati Monica Bortolotto e Franco Colpi del foro di Padova, mentre per la famiglia dell’autista della Se.Am. di Cortina c’è la bellunese Nives Zanon.

«Siamo soddisfatti che sia emersa la verità su questa terribile tragedia – conclude Pisacane – tuttavia per i familiari è una magra consolazione perché quel giorno hanno perso un figlio, un fratello, un nipote e un compagno di vita che nessuno riporterà più indietro».

Non è ancora stata fissata la data dell’udienza preliminare, nella quale si deciderà del rinvio a giudizio.

Articolo del “Corriere delle Alpi

Schianto sull’Alemagna, colpa dell’automobilista non del giovane in moto

Da presunto colpevole, motociclista spericolato che perse la vita durante un sorpasso azzardato, a vittima innocente di un’auto che invase la sua corsia.

Il pm Alberto Primavera ha chiuso le indagini sull’incidente mortale di sette mesi fa all’imbocco della galleria “Termine”, a Longarone, lungo la statale 51 “di Alemagna”.

Al contrario di quanto emerso inizialmente, Nicola Valmassoni, il 29enne di Castellavazzo di Longarone d’origine cadorina che morì dopo essere caduto dalla moto con cui si stava recando al lavoro, non ebbe responsabilità nell’incidente.

Fondamentale, nella ricostruzione della dinamica, la videosorveglianza di Anas a imbocco galleria.

L’incidente avvenne il 17 luglio 2020. M.C., 50enne residente nel Padovano, stava guidando la sua Skoda “Octavia” in direzione Longarone. Erano circa le 6.20 del mattino quando, uscito dalla galleria “Termine”, perse il controllo dell’auto.

Dalle immagini delle telecamere si vede la Skoda (a 20 chilometri all’ora oltre il limite di 70) invadere la corsia di sinistra (per una distrazione o un colpo di sonno) e scontrarsi con la Ducati “Monster” guidata da Valmassoni.

Il giovane si trovò davanti l’auto e non riuscì ad evitarla. Cadde dalla moto e colpì diverse volte il guardrail riportando le ferite mortali.

«Ne eravamo certi e possiamo dire di esserci tolti un peso dal cuore, dopo tutto quello che è stato detto su Nicola – commenta il papà Emidio Valmassoni, che è assistito dai legali di Giesse Risarcimento Danni – Nostro figlio non è mai stato spericolato con la moto e quelle voci per noi coltellate al cuore».

Articolo del “Corriere del VenetoLINK agli articoli online: 

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