OMICIDIO STRADALE A SANTA GIUSTINA
Investì un’anziana alle porte di Meano chiesto il processo
C’è la richiesta di rinvio a giudizio per l’autista di una Panda La famiglia è stata risarcita e l’udienza è fissata per marzo
Non l’ha proprio vista e l’ha investita. Chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale a carico di Kyd Fontana, l’uomo che il 18 gennaio dell’anno scorso, alla guida di una Fiat Panda sulla strada provinciale 2, aveva provocato la morte di Maria Vittoria Cappello Dalla Rosa. Il giudice per le udienze preliminari Enrica Marson ha fissato l’udienza per il 4 marzo dell’anno prossimo, nel frattempo la famiglia della 75enne di Meano è stata risarcita, quindi non si costituirà parte civile.
Fontana, che è difeso dall’avvocato Nives Zanon ed è un rallysta conosciuto, non aveva superato il limite di velocità e l’anziana stava attraversando la strada, da sinistra a destra, una quindicina di metri oltre le strisce pedonali. La Procura della Repubblica gli contesta di non aver tenuto una condotta di guida tale da poter frenare con tempestività di fronte a un ostacolo prevedibile, su un rettilineo pianeggiante e a visuale libera, per di più nei pressi di un incrocio e un attraversamento pedonale.
Quella sera la donna era uscita dalla macelleria Dama Dolomiti carni stava camminando sul ciglio della strada, quando deve aver deciso di cominciare ad attraversare la strada che conduce nel centro del paese. Si trovava in un luogo poco illuminato, Fontana non si è accorto della sua presenza e l’ha falciata. Pensava di aver colpito un animale, in un primo momento: il tempo di fermarsi e accostare, poi si è accorto che a terra c’era una donna e ha dato l’allarme, chiamando il 118.
Constatato il decesso da parte del medico legale, l’allora pubblico ministero titolare del fascicolo Marco Faion aveva disposto solo l’ispezione cadaverica della vittima, oltre al sequestro dell’utilitaria danneggiata sul lato passeggero e del telefonino cellulare, in maniera da verificare se il conducente si fosse, in qualche modo distratto con una chiamata o un messaggino. Niente di tutto questo. Il rinvio a giudizio è stato chiesto da dal sostituto procuratore Katjuscia D’Orlando, ma non è scattato nell’udienza preliminare di ieri mattina. Se ne riparlerà a marzo, intanto ci ha pensato la Giesse ha ottenere il risarcimento danni.
Leggi l’articolo sul sito del “Corriere delle Alpi“.
Si apre con un rinvio il processo per l’omicidio stradale del 2019 a Meano
La signora Cappello venne investita sulla Provinciale
È stata rinviata, per un motivo meramente tecnico, l’udienza che apriva il percorso processuale a carico di K.F., 38 anni di Sospirolo, che deve rispondere di omicidio stradale, per la morte di Maria Vittoria Cappello vedova Dalla Rosa, la 75enne di Meano investita e uccisa sulla strada provinciale 2, il 18 gennaio 2019. L’investimento avvenne intorno alle 17.40 di quel venerdì, quando scattò l’allarme con la chiamata al 118 e ai vigili del fuoco.
La Panda condotta da K.F., all’epoca 36enne (difeso dall’avvocato Francesca Signori, studio Antonio Prade), stava procedendo sulla Provinciale 2 da Santa Giustina verso casa, quando, all’altezza di Dama Carni, investì la donna. La vittima era sul ciglio a una ventina di metri dal passaggio pedonale, stava tornando a casa dopo essere uscita dal negozio Dama Carni che era proprio di fronte alla sua abitazione. Forse si accingeva ad attraversare o semplicemente stava camminando a bordo strada. Venne sbalzata di 30 metri, dopo l’impatto con la parte anteriore sinistra della Panda.
Un volo mortale che non le lasciò scampo (morì sul colpo). Sotto choc, l’automobilista si era fermato subito per prestare soccorso. La richiesta di soccorsi scattò immediatamente, anche dalla macelleria da cui la donna era appena uscita. Sul posto i sanitari non poterono fare altro che constatare il decesso. Sotto inchiesta per omicidio stradale è finito quindi il 38enne di Sospirolo: nel capo d’imputazione il sostituto procuratore che ha condotto le indagini specifica che la colpa sarebbe consistita in “negligenza, imprudenza e imperizia e nella violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale e, in particolare, non avendo tenuto una condotta di guida tale da arrestare tempestivamente dinanzi a un ostacolo prevedibile”.
Ma in paese sotto accusa finì anche quel punto della strada provinciale. «Questa strada è buia e pericolosa – avevano detto la sera dello schianto più cittadini -. Ci sono tre incroci e specie su quello delle Gravazze succedono incidenti di continuo. Proprio qui, in questo tratto di fronte alle nostre case le auto sfrecciano a alta velocità e il tratto non è illuminato». Nell’udienza, che si è tenuta nell’aula delle preliminari del terzo piano del Palazzo di giustizia di Belluno, non si sono costituiti parte civili i famigliari di Maria Vittoria Cappello, che sono stati risarciti con l’intervento di Giesse Sinistri.
Leggi l’articolo sul sito de “Il Gazzettino” di Belluno